Bioaerosol: cos’è e normative

Bioaerosol: cos’è e normative

Quando si parla di bioaerosol è inevitabile affrontare i temi della pulizia dell’aria e della gestione degli impianti di ventilazione e aerazione aziendali. Gli ambienti di lavoro sono luoghi che accolgono molte persone contemporaneamente e per lassi di tempo prolungati.

L’inalazione di bioaerosol rappresenta un fattore di rischio per la salute dei lavoratori. Per fortuna, specialmente dopo la pandemia di Covid-19, l’attenzione rivolta ad una migliore qualità dell’aria negli spazi chiusi è aumentata. Abbiamo parlato di tutto ciò insieme agli esperti di FCR Filtrazione Condizionamento Riscaldamento S.r.l.

Bioaerosol: cos’è

Il termine tecnico Bioaerosol fa riferimento all’insieme di particelle di origine biologica sospese in aria. La sua composizione è eterogenea. Essa comprende:

  • Microrganismi: tra cui batteri, virus, alghe, protozoi, funghi e annesse spore;
  • Sostanze derivate prodotte da specie viventi: ad esempio tossine o allergeni;
  • Frammenti vari: possono essere di vegetali, insetti o di altri animali;
  • Pollini.

Le particelle che compongono il bioaerosol vengono anche chiamate polveri organiche e hanno un diametro di dimensione variabile, compresa tra 1 micron e 100 micron. La loro concentrazione è determinante per stabilire il livello di qualità dell’aria. L’inalazione di bioaerosol caratterizzata da un numero elevato di polveri organiche è causa potenziale di infezioni, allergie, asma e altre malattie la cui natura dipende dalla tipologia di patogeni.

È dunque necessario che la climatizzazione e la ventilazione dei luoghi di lavoro siano progettate per mantenere un livello di salubrità dell’aria. Un ruolo di fondamentale importanza viene svolto dai sistemi di filtrazione che, correttamente installati e gestiti, mantengono entro livelli accettabili la quantità di microrganismi che compongono il bioaerosol.

La gestione degli impianti deve essere finalizzata alla soddisfazione di un duplice compito: la tutela della salute dei lavoratori tramite il raggiungimento degli standard di qualità dell’aria; la realizzazione di politiche di sostenibilità ambientale, tenendo conto dell’ottimizzazione dei consumi energetici.

Il bioaerosol ha natura ubiquitaria. Può venire isolato sia in outdoor, che in indoor, tanto in edifici a uso civile, quanto in quelli a uso industriale. Esistono varie metodologie per campionarlo che riprendono in larga parte i principi del campionamento del particolato atmosferico non biologico, integrando però alcune peculiarità correlate alla natura specifica del bioaerosol. In particolare è possibile ricorrere a due marker chimici per rilevare rispettivamente la presenza batteri e spore: gli acidi muramico e dipicolinico.

Bioaerosol: il quadro normativo per i luoghi di lavoro

Esistono diverse normative esaustive per far fronte ai rischi derivanti dall’inalazione di bioaerosol e favorire la sicurezza dei luoghi di lavoro. Uno dei testi di riferimento di maggiore importanza è l’allegato IV al D.lgs 81/08. In particolare, all’interno del documento è possibile ritrovare:

  • Norme relative al microclima, con riferimento alla gestione di impianti di aerazione, condizionamento dell’aria o ventilazione meccanica (art. 1.9);
  • Difesa dalle sostanze nocive (art. 2.1) e difesa contro polveri (art. 2.2), con riferimento sia alla prevenzione della loro formazione, quanto alla gestione degli impianti e di altri mezzi personali dei lavoratori.

L’UNI, l’Ente Italiano di Normazione ha inoltre progettato, insieme al CTIComitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente – una prassi di riferimento per il comportamento dei contaminanti aerotrasportati. Tra gli obiettivi anche la definizione delle strategie di impiego dei sistemi di filtrazione dell’aria negli impianti HVAC, acronimo di Heating, Ventilation & Air Conditioning, con il fine di ridurre la presenza di bioaerosol nell’aria.

Più nello specifico, il documento è composto da 4 appendici:

  1. Esplicita la normative di riferimento per determinare l’efficienza di filtrazione e la classificazione dei filtri;
  2. Fornisce la classificazione dei filtri e l’efficienza di filtrazione relativa al bioaerosol;
  3. Analizza gli elementi filtranti, i loro impieghi e le tipologie disponibili;
  4. Prende in esame altri dispositivi attivi di disinfezione che possono supportare nel processo di filtrazione dell’aria.

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