Come riconoscere l’umidità di risalita e combatterla

umidità di risalita

Quante volte è capitato di avere a che fare con una parete che sembra frantumarsi e con l’intonaco che cede? E quante altre volte portando la mano nei pressi del danno abbiamo avuto la sensazione di bagnarci o di toccare una zona umida? Questo fenomeno è abbastanza comune, soprattutto nelle abitazioni più vecchiotte, ma anche in quelle moderne costruite in zone di campagna.

Si tratta di umidità di risalita: dalla parte esterna della parete in modo capillare le goccioline di acqua presenti nell’umiditá comune, hanno un percorso ascendente quindi di risalita fino ad infiltrarsi nelle mura domestiche della stanza in questione.

Bisogna specificare che, nel caso dell’umidità di risalita, solitamente questi fenomeni di danneggiamento degli interni sono diffusi ai piani bassi di un palazzo o nelle stanze corrispondenti alle tavernette delle abitazioni singole, perché quando si notano fenomeni del genere ad un secondo piano, ad esempio, probabilmente le cause sono da ricercare nella rottura di qualche tubazione idrica.

Come si manifesta l’umiditá di risalita?

L’umiditá si avverte inizialmente dal battiscopa, che risulta specialmente nelle ore notturne praticamente bagnato. Nella fase successiva risale verso la parete, associando la presenza di puntini bianchi e di rigonfiamenti dell’intonaco e quindi della pittura che, a lungo andare, iniziano a sgretolarsi anche se non vengono toccati.

La conseguenza più disastrosa dell’umiditá di risalita è la formazione di muffe, che oltre a compromettere la struttura delle pareti, ha un ruolo dannoso anche nella salute degli esseri umani.

La presenza di sali minerali all’interno dell’acqua che risale in modo capillare la parete, aumenta il volume del danno fino a 12 volte, facendo in modo che una gocciolina di umidità sia in grado di danneggiare anche un’ampia superficie nel tempo.

Rimedi poco efficaci

Nel mercato sono presenti diversi rimedi che vengono venduti come efficaci ma che, sia nel breve sia nel lungo termine, non performano in modo efficiente.
Si tratta della vernice deumidificante, che viene denominata come tale sin nella scheda tecnica in fase di acquisto, ma che non riuscirà a sostenere l’umiditá in anni di usura; alcuni invece preferiscono montare una contro-parete di cartongesso che, nella realtà dei fatti, sposta il problema di qualche centimetro invece di risolverlo e, anzi, non permette al proprietario di osservare veramente come e quanto l’umidità sta evolvendo.

Utilizzare invece i pannelli significa creare gli stessi risultati del cartongesso, sono dunque da scartare completamente.
Posizionare guaine impermeabilizzanti formare da nylon, guaine liquide o manti bituminosi, può addirittura velocizzare l’ascesa dell’umiditá.

Rimedi efficaci

Il taglio meccanico della parete ha avuto una serie di approvazioni al livello di efficacia da parte di moltissimi clienti che avevano questo problema: modificando in questo modo la parte bassa delle pareti ed inserendo una serie di fogli impermeabilizzati, si blocca la risalita dell’umiditá in modo quasi totale. Peccato che, in Italia, per motivi sismici, questo metodo sia del tutto illegale.

Legale ed efficace è invece l’inserimento, attraverso apposite siringhe di prodotti chimici, nel muro di alcuni liquidi che creano una vera e propria barriera contro l’umiditá di risalita.

Vi sono sul mercato anche numerosi dispositivi elettrici che provvedono a limitare l’umiditá dell’aria, seccandola e con risultati sorprendenti, ma bisogna calcolare la spesa energetica.